Chi non conosce questa zona per le sue vicissitudini storico-industriali, sicuramente la conosce per merito di Edoardo Bennato.
Lefevre da il via alla storia industriale di Bagnoli
Nel 1853 sorge le prima fabbrica della zona, la Vetreria Lefevre e pochi anni dopo, nel 1905 ha inizio la costruzione dell’impianto Ilva con 12 ha di superficie. La vetreria, passata di mano alla Colli e Comencini già a fine secolo, diventerà proprietà della Montecatini nel 1908 e inizierà a produrre solfato di rame, fertilizzanti fosfatici e acido fosforico.
La prima guerra mondiale vedrà gli stabilimenti napoletani impegnati in un’elevata produzione, ma la crisi del dopo guerra porterà alla chiusura di molti stabilimenti. Nel 1924 l’Ilva riprende la sua attività e, nelle sue vicinanze, nel 1927 aprirà la Società cementiere litoranee. Sempre in zona si installerà anche la società Eternit che verrà demolita nel 1943 dai tedeschi in ritirata. L’azienda riprenderà la sua produzione nell’immediato dopoguerra. Nel 1954 nasce la Cementir, e nel 1961 l’Italsider (nata dalla fusione tra Ilva e Cornigliano).
Bagnoli si va spopolando
Raggiunto l’apice industriale, Bagnoli vive un periodo di stallo, fino al 1965/66, quando l’Italsider ridimensiona la produzione. Nel 1975, la Federconsorzi, subentra alla Montecatini assorbita dalla Montedison e chiude la linea di produzione del solfato di rame. Tra varie vicissitudini, alti e bassi, l’Italsider cessa tutte le sue attività nel 1992, mentre lo stabilimento Eternit, non potendo più effettuare lavorazioni nocive chiude i battenti nel 1985 cedendo la sua area alla Mededil Spa che elimina tutti gli impianti e, nel 1989 provvede ad eseguire una prima bonifica ambientale.
Se, già nel 1965 l’esposizione alla lavorazione dell’amianto era stata soggetta a provvedimenti specifici (DPR 1124) perché la produzione e l’utilizzo dell’eternit è stato consentito per altri 20 anni? Se un’area come Bagnoli, che ha visto industria pesante da sempre, ha avuto la necessità di bonificare l’area della società genovese Eternit, vuol dire che il livello di pericolo era di gran lunga più elevato di qualsiasi altra lavorazione. Come mai si è sempre puntato il dito sulla metallurgia pesante e si è casi ignorata la produzione di eternit?
Tutta la storia di Bagnoli dimostra chiaramente quanto sia pericoloso l’amianto e quanto sia indispensabile bonificare le proprie attività o abitazioni private. Se, ad esempio, abitate in Lombardia, per avere una valutazione sulla presenza di amianto nella vostra azienda o casa, basta che cerchiate smaltimento eternit Milano per trovare professionisti che sapranno darvi una consulenza adeguata sia per quel che riguarda la rimozione, sia per lo smaltimento che va effettuato seguendo una normativa specifica.