Il giorno dei traslochi a Napoli
Tradizione; dialetto, usi e costumi di un popolo straordinario che ha il dono di alleggerire ogni evento, anche il più sgradevole con una semplice frase; un’usanza curiosa di qualche secolo fa ha lasciato un detto, di cui però non tutti sanno il significato; in pratica un tempo il 4 maggio era giorno dei traslochi a Napoli; in quel giorno in città veniva a crearsi una gran confusione, con tante famiglie che riunivano le loro cose su asini e carretti per traslocare in un’altra casa. da qui nasce il detto popolare che dice: “ma che d’è stò quatto ‘e maggio”! Che oggi sta a significare: ” ma cos’è tutta questa confusione”!
Perché traslocare proprio il 4 maggio?
Ma perché tutti a Napoli il 4 maggio dovevano necessariamente cambiare abitazione? E’ presto detto: la tradizione napoletana, vuole che questo giorno di maggio associato ai traslochi; www.traslochiamilano.org Le famiglie napoletane il 4 di maggio cambiavano casa e i traslochi in massa generavano un gran polverone e vociare nelle vie; un’usanza che con il passare del tempo è sparita, ma ha lasciato detti popolari e racconti.
Da dove nasce il detto
Come spiega Camillo Albanese nel suo libro “Storie della città di Napoli”, la regola del 4 maggio fu creata nel 1587, dal vicerè Juan de Zunica conte di Morales, che ordinò che i traslochi venissero effettuati al primo di maggio. Ma il primo maggio era anche la festa dei santi Filippo e Giacomo, per questo motivo il viceré Pedro Fernandez de Castro, conte di Lemos, alcuni anni dopo, e precisamente nel nel 1611. spostò alla data del 4 maggio le incombenze mobiliare e di locazione. Entro le ore 18 di quel giorno un inquilino doveva lasciare l’abitazione per dare modo al nuovo di subentrare. Nel libro si legge: “In quell’ora lo scompiglio e il disordine regnavano ovunque; un tal don Ranunzio era già nel cortile della nuova casa con i suoi undici figli. Mentre di sopra c’era ancora l’inquilino uscente, don Rosario”. Napoli il 4 maggio vedeva le sue strade intasate da carretti asini, buoi e cavalli carichi di masserizie. Ora se sentite esclamare “ma che d’è stò quatto ‘e maggio”! ne conoscete la storia e il significato.