Prima di acquistare un’auto usata, è necessario avere tutte le informazioni riguardanti le tasse che bisogna pagare con relativi costi e scadenze. Infatti, oltre ai costi ordinari, come può essere ad esempio il carburante, c’è bisogno di prendere in considerazione anche tante altre imposte previste per legge e che è obbligatorio pagare.
Tasse da pagare su un’auto usata
Tra le imposte da pagare, si elenca il superbollo auto e i costi per la revisione. Il primo consiste in un’imposta addizionale di 20€, da pagare annualmente per ogni KW di potenza e per i veicoli superiori a 185 KW. L’importo del superbollo si ridurrà con gli anni, fino ad azzerarsi completamente al ventesimo anno dalla costruzione dell’auto.
Per quanto riguarda i costi di revisione, invece, sono quelli da sostenere quando si effettuano controlli periodici e che possono variare tra i 45 e i 66,80€, a seconda che si scelga di rivolgersi alla motorizzazione civile, ad officine autorizzate o all’Aci.
Inoltre, è necessario che l’auto sia coperta da assicurazione per responsabilità civile, il cui importo non è fissato dalla legge ma varia in base alla compagnia assicurativa scelta. Infine, non può considerarsi come tassa il cosiddetto tagliando che, sebbene consista anch’esso in un controllo periodico dell’auto come nel caso dei costi revisione, in questa circostanza, qualora non si effettuasse il controllo, non si ha diritto alla copertura di garanzia da parte della casa madre.
Ecotassa, cos’è?
La Legge di Bilancio 2020 varata dal governo Conte, prevede anche l’ecotassa, una nuova imposta per chi acquista veicoli inquinanti. A partire dal 1° marzo, infatti, a chiunque avrà un’auto di nuova immatricolazione considerata inquinante, verrà applicata l’ecotassa, che non verrà invece applicata alle auto già in circolazione e, quindi, alle auto usate e immatricolate precedentemente all’introduzione dell’ecotassa. Se per esempio si desidera acquistare auto usate a Firenze per muoversi bene nelle ZTL (come di altre grandi città), l’obiettivo della norma è quello di ridurre le emissioni di Co2, incentivando l’acquisto e l’utilizzo di auto ibride ed elettriche. Nel caso delle auto usate, non è dovuto il pagamento anche per le reimmatricolazioni in seguito a smarrimenti della targa o deterioramento.
In particolare, sono tenuti a pagare tutti coloro che posseggono un’auto che emette 160 grammi di anidride carbonica per chilometro.
La tassa non si applica, oltre che alle auto già in circolazione, anche a carri funebri, auto per portatori di handicap, camper e caravan.
I costi dell’ecotassa possono variare da un minimo di 1100€ a un massimo di 2500€; in particolare, nella cifra minima, rientreranno tutte le auto con emissioni tra i 161 e 175 Co2 g/km, mentre pagheranno circa 1600€ tutti coloro che posseggono una macchina che emette tra i 176 e i 200 Co2 g/km. Supereranno i 2000€, invece, le auto con emissioni tra i 201 e 250 Co2 g/km e i 2500€ per le auto che superano i 250 Co2 g/km.
Le entrate derivanti dalla tassa andranno a coprire le spese per gli incentivi per l’acquisto di auto a bassa emissione.
Bollo auto sulle auto usate
Tra le principali tasse da pagare c’è sicuramente il bollo auto, una tassa obbligatoria gestita dalle regioni (a parte la Sardegna e il Friuli Venezia Giulia); di conseguenza, l’importo da pagare dipende anche dalla regione di residenza, oltre che, ovviamente, dalla potenza e dalla categoria dell’automobile.
Il bollo auto consiste, quindi, in un’altra tassa da dover pagare anche nel caso di acquisto di un’auto usata. Va pagato una volta all’anno e la data di scadenza coincide con il mese successivo all’immatricolazione. Se, ad esempio, l’auto è stata immatricolata a settembre, il bollo scadrà il 31 ottobre di ogni anno.
Nel caso di un’auto usata acquistata, è necessario pagare il bollo al proprietario il primo giorno del mese successivo all’immatricolazione.
Se si acquista l’auto usata presso una concessionaria che ha attivato l’esenzione temporanea dal bollo ed è trascorso oltre un anno, è possibile non versare l’imposta di nuovo. In particolare, in questi casi, è possibile versare il bollo dopo l’acquisto e la scadenza sarà fissata al mese successivo alla vendita. Se, però, il concessionario non ha attivato la funzione, la data di scadenza resta sempre la stessa.
Se si compra l’auto usata da un privato con un bollo scaduto, la responsabilità ricade sul venditore, essendo lui il soggetto passivo alla scadenza del bollo. Se, però, il bollo non è ancora scaduto e il venditore ha già effettuato il versamento, l’acquirente non avrà bisogno di pagare nuovamente. La scadenza, in quest’ultimo caso, sarà la stessa, ovvero l’ultimo giorno del mese successivo alla prima immatricolazione.
Sono esenti dal pagamento dell’imposta i proprietari dei veicoli portatori di handicap, chi è in possesso di auto di interesse storico oppure, in alcuni casi, in base alle normative regionali, come ad esempio nel caso delle auto elettriche in Lombardia o in Piemonte.
È possibile calcolare il valore del bollo direttamente online tramite il sito dell’Agenzia delle Entrate o dell’Aci, inserendo i propri dati (tipo di veicolo, tipo di pagamento, numero di targa) e il calcolo sarà automatico.
È, inoltre, possibile pagare il bollo direttamente presso la sede Aci, gli uffici postali, i tabaccai convenzionati con banca ITB o Lottomatica, gli sportelli ATM e le agenzie di pratiche auto. In alternativa, si può pagare online tramite il servizio Bollonet Aci, Poste online, I-Banking e attraverso il sito online dell’Agenzia delle Entrate, nel caso in cui si risiede in una regione a statuto speciale.
Se si paga il bollo in ritardo e, quindi, la somma viene versata in seguito alla scadenza, si andrà incontro a sanzioni e a interessi fissati dalla legge (in base ai tempi di ravvedimento). Tuttavia, dopo la scadenza, la Regione dovrà informare l’automobilista del mancato pagamento e sollecitarlo a pagare. Il contribuente può scegliere, entro 60 giorni, di ricorrere alla Commissione Tributaria provinciale o pagare.
Se anche dopo il cosiddetto avviso di accertamento inviato dalla Regione, il contribuente continuerà a non effettuare il pagamento, la Regione di competenza provvederà ad inscrivere a ruolo il suo credito e, a quel punto, sarà emessa la cartella esattoriale da parte dell’Agenzia Entrate Riscossione.